Quando l’uomo peccò, cadde e, a causa della sua caduta, tutte le cose sono finite nel caos (τετάρακται = τάραξις): la morte è prevalsa da Adamo a Mosè (cf. Rm 5,14), la terra è stata maledetta, l’Ade si è aperto, il Paradiso si è chiuso, il Cielo si è adirato e l’uomo, infine, è diventato corrotto ed è morto [in lat. “è diventato simile alle bestie”] (cf. Sal 44,12) e il diavolo ha esultato contro di noi. Il Dio filantropo, invece, non volendo che l’uomo fatto a sua immagine perisse, disse, “Chi manderò e chi andrà?” (Is 6,8). Mentre tutti rimasero in silenzio, il Figlio disse: “Eccomi, manda me!”. Avvenne che quando [Dio] disse: “Vai”, gli consegnò l’uomo, affinché il Logos stesso si facesse carne e, assumendo la carne, lo rimettesse in ordine (διορθώσηται, anche “redimesse”, nel senso di “rendere di nuovo buono”).
Infatti, in quanto medico, a lui fu consegnato l’uomo affinché lo guarisse dal morso del serpente; in quanto vita, affinché lo facesse risorgere dai morti; in quanto luce, affinché illuminasse la tenebra. E, poiché egli era il Logos, affinché rinnovasse [la natura] spirituale (τὸ λογικόν, “la parte [umana] a immagine del Logos”). Da allora tutte le cose sono state consegnate a lui ed egli è diventato uomo e tutte le cose sono state rimesse in ordine (διορθώθη) e sono state rese perfette (ἐτελειώθη). La terra accoglie la benedizione invece della maledizione, il Paradiso è stato aperto al ladrone, l’Ade è indietreggiato per la paura, le tombe si sono aperte e i morti sono risorti, le porte del Paradiso sono state sollevate per attendere colui che “viene da Edom” (Sal 24,7; Is 43,1). Infatti, il Salvatore stesso spiega chiaramente in che senso “tutte le cose sono state consegnate” a lui, quando dice, come ci tramanda Matteo: “Venite da me voi tutti che siete affaticati e oppressi e io vi darò ristoro” (Mt 11,28). “Sì, tu [uomo] sei stato consegnato a me affinché io dessi riposo agli affaticati e vita ai morti”. E ciò che è scritto nel Vangelo di Giovanni è in armonia con quanto detto: “Il Padre ama il Figlio e ha dato ogni cosa nella sua mano” (Gv 3,35). “Dato”, affinché, così come tutte le cose sono state fatte per mezzo di lui, così in lui tutte le cose possano essere rinnovate. Poiché esse [tutte le cose] non sono state “consegnate” a lui affinché, essendo povero, fosse reso ricco; né egli ricevette tutte le cose così che potesse ottenere un potere di cui prima mancava. Non sia mai detto. Ma [ciò avvenne] affinché, in quanto Salvatore, potesse piuttosto rimettere tutto in ordine. Poiché era bene che, dal momento che tutte le cose vennero all’esistenza “per mezzo di lui” in principio, così, “in lui” tutte le cose potessero essere rimesse in ordine (cf. Gv 1,3; Ef 1,10). In principio, infatti, esse vennero all’esistenza “mediante” lui; ma dopo, poiché tutte caddero, il Logos divenne carne e la indossò, affinché “in lui” tutto fosse messo in ordine.
Soffrendo, egli ci ha dato riposo; patendo la fame, ci ha nutriti; scendendo nell’Ade egli ci ha portati via di là. Infatti, al tempo della creazione di tutte le cose, la loro creazione consistette in un “siano create” ed esse “furono”. Ma alla restaurazione (διορθώσει) era bene che tutte le cose fosse “consegnate” a lui, affinché egli potesse diventare uomo e tutte le cose essere rinnovate in lui. Poiché l’uomo, essendo in lui, fosse vivificato. Questa, infatti, era la ragione per cui il Logos si è unito all’uomo, e cioè, che la maledizione non prevalesse più contro di lui. Questa è la ragione per cui nel salmo 71 è detto a Dio da parte dell’umanità: “O Dio, da’ al Re il tuo giudizio” (Sal 71,1). Così si chiedeva che il giudizio della morte che pendeva su di noi fosse consegnato al Figlio e che egli potesse, dunque, abolirlo per noi in sé, morendo per noi.
Questo è ciò che [Dio] intendeva, quando diceva nel salmo 87: “La tua ira è stata fatta giacere sopra di me” (Sal 87,7). Poiché egli portò l’ira che giaceva su di noi, come anche dice nel salmo 137: “Signore, tu mi farai vendetta” (Sal 137,8).
Atanasio di Alessandria
traduzione dal greco da: In Illud: Omnia mihi tradita sunt a Patre, 2 (qui originale greco)