Chi è pio e amico di Dio, goda di questa solennità bella e luminosa; il servo d’animo buono entri gioioso nella gioia del suo Signore.
Chi ha faticato nel digiuno, goda ora il suo denaro.
Chi ha lavorato sin dalla prima ora, riceva oggi il giusto salario. Chi è arrivato dopo la terza ora, celebri grato la festa. Chi è giunto dopo la sesta ora, non dubiti perché non ne avrà alcun danno. Chi ha tardato sino all’ora nona, si avvicini senza esitare. Chi è arrivato solo all’undicesima ora, non tema per la sua lentezza: il nostro Re è generoso e accoglie l’ultimo come il primo. Concede il riposo a quello dell’undicesima ora, come a chi ha lavorato sin dalla prima. Dell’ultimo ha misericordia, e onora il primo. Dà all’uno e si mostra benevolo con l’altro. Accoglie le opere e gradisce la volontà. Onora l’azione e loda l’intenzione.
Entrate dunque tutti nella gioia del nostro Signore: primi e secondi, godete la mercede.
Ricchi e poveri, ballate in tondo insieme. Continenti e indolenti, onorate questo giorno.
Voi che avete digiunato e voi che non avete digiunato, oggi siate lieti.
La mensa è ricolma, deliziatevene tutti. Il vitello è abbondante, nessuno se ne vada con la fame.
Profittate tutti del banchetto della fede!
Godete tutti la ricchezza della bontà!
Nessuno lamenti la propria miseria, perché è apparso il nostro comune regno. Nessuno pianga le proprie colpe, perché il perdono è sorto dalla tomba. Nessuno abbia paura della morte, perché la morte del Salvatore ci ha liberati. Stretto da essa, egli l’ha spenta. Colui che è disceso negli inferi ha spogliato gli inferi. Lo ha amareggiato, dopo che quello aveva gustato la sua carne. Isaia lo aveva previsto e aveva gridato: “L’inferno è stato amareggiato, incontrandoti nelle profondità” (Is 14,9).
Amareggiato perché distrutto.
Amareggiato perché beffato.
Amareggiato perché ucciso.
Amareggiato perché annientato.
Amareggiato perché incatenato.
Aveva preso un corpo, e si è trovato davanti Dio.
Aveva preso terra e ha incontrato il cielo.
Aveva preso ciò che vedeva, ed è caduto per quel che non vedeva.
Dov’è, o morte, il tuo pungiglione?
Dov’è, o ade, la tua vittoria?
Cristo è risorto e tu sei stato precipitato.
Cristo è risorto e i demoni sono caduti.
Cristo è risorto e gli angeli gioiscono.
Cristo è risorto e la vita regna .
Cristo è risorto e nelle tombe non ci sono più morti.
Perché il Cristo risorto dai morti è divenuto primizia dei dormienti.
A lui la gloria e la potenza per i secoli dei secoli. Amen.
San Giovanni Crisostomo
Κατηχητικὸς εἰς τὸ ἅγιον πάσχα (Catechesi sulla Santa Pasqua), PG 59,721-724