Conosco un uomo che il Signore misericordioso ha visitato con la sua grazia. E se il Signore gli domandasse: “Vuoi che ti dia ancor di più?”, allora per la debolezza della carne, la sua anima risponderebbe: “Tu vedi, Signore, che se tu mi dessi di più io morirei”. L’uomo infatti è limitato e non può sostenere la pienezza della grazia. Così sul Tabor i discepoli di Cristo caddero a terra, a causa della gloria del Signore. E nessuno può comprendere come il Signore dona la sua grazia all’anima.
Tu, o Signore, sei buono. Rendo grazie alla tua misericordia. Tu hai effuso su di me il tuo Spirito santo e hai fatto gustare il tuo amore a me, peccatore, e l’anima mia anela a Te, inaccessibile Luce.
Chi potrebbe conoscerti, se Tu, il Misericordioso, non ti degnassi di manifestarti all’anima? L’anima ti ha visto e ha riconosciuto il suo Creatore e il suo Dio. L’anima mia desidera insaziabilmente essere sempre con Te, poiché Tu l’hai attirata verso di Te con il Tuo amore.
Tu vedi, Signore, com’è debole e peccatrice l’anima dell’uomo; ma Tu, misericordioso, doni all’anima la capacità d’amarti, e l’anima teme di perdere l’umiltà che i suoi avversari tentano di togliere, e, che così facendo, la grazia abbandoni l’anima *
* l’ed. italiana non mi sembrava chiara, dice “perché così la grazia abbandoni l’anima”
San Silvano l’Athonita
tratto da Archimandrita Sofronio,
Silvano del Monte Athos, Gribaudi, p.327