Se qualcuno si adira vedendo peccare un suo prossimo, dimentica di essere egli stesso peccatore.
Se qualcuno si adira vedendo peccare un suo prossimo, crede di essere Dio, protettore della Legge e delle virtù. Ciò, malgrado Dio veda i nostri peccati e taccia. La falsa divinità che è in noi ci spinge a vedere, ad adirarci e a giudicare i peccati degli altri. Ognuno di noi diventa un falso giudice.
Si racconta di un anziano che aveva dato a un monaco e a una monaca un posto dove dormire la notte. I due finirono per commettere adulterio. L’anziano aveva sentito tutto ciò che era successo. Il mattino seguente, il monaco e la monaca si prepararono a partire. Per strada, i due si chiesero: l’anziano avrà forse sentito quello che abbiamo fatto ieri? Tornarono dall’anziano, dunque, per chiederglielo. Ed egli rispose: “Sì, ho sentito”. Essi gli domandarono: “Perché allora sei rimasto in silenzio?”. Ed egli: “Ero ai piedi della Croce a piangere con la madre di Gesù”.
L’ammonimento non crea una vera metanoia. Solo il contatto con l’amore di Dio crea il fuoco dell’amore che genera a sua volta una corretta metanoia. La metanoia che nasce dalla paura è malata e lo è finché non guarisce nel fuoco dell’amore divino.
(*) ritaglio senza data né titolo
(lettera 35a)