Il giudizio dell’Antico Testamento era la lapidazione. I giudei credevano che il Messia avrebbe giudicato in questo modo (ed esempio ne è la donna colta in flagrante – Gv 8:1-11). Il giudizio di Cristo era di un’altra natura. Cristo è venuto a giudicare attraverso la Parola: «Io sono la Luce del mondo» (Gv 8:12), «Le parole che vi dico sono spirito e vita» (Gv 6:63). Le parole di Cristo entrano nell’animo dell’uomo, e l’uomo giudica se stesso.
Cristo non è venuto a giudicare l’uomo dall’esterno, con un mezzo esteriore, ma gli dice “Parole di vita” che gli entrano nel cuore così che egli giudica se stesso. Questo è il giudizio di Cristo: Cristo è dentro di te, e tu giudichi te stesso. Non ti minaccia con un bastone aspettando di dartelo in testa: «E se uno ode le mie parole e non crede, io non lo giudico; perché io non sono venuto a giudicare il mondo, ma a salvare il mondo». (Gv 12:47). Io getto in te la Parola e tu giudichi te stesso: «Chi mi respinge e non accoglie le mie parole, ha chi lo giudica; la parola che ho annunziata sarà quella che lo giudicherà nell’ultimo giorno». (Gv 12:48) […]
Nell’Antico Testamento l’adultera veniva lapidata. Nel Nuovo Testamento, invece, l’adultera è l’anima mia impura che io trascino davanti a Cristo ogni giorno, Lui che è capace di giustificarla, di perdonarla, di fortificarla perché non pecchi più.
Padre Matta El Meskin
(traduzione inedita di brani tratti dall’omelia
che Padre Matta El Meskin fece in occasione
del Nayruz [capodanno copto] del 1968)