“Se, dunque, il Figlio vi farà liberi, veramente sarete liberi” (Gv 8,36)
Dice: soltanto all’unico Figlio per natura, libero secondo la verità, e al di fuori di ogni schiavitù, compete di poter liberare, e a nessun altro.
Come, poiché è sapienza per natura, e luce, e potenza, dà a chi ne è capace la sapienza, ai privi di luce la luce, ai privi di forza la forza, così, poiché è Dio da Dio, e frutto genuino e libero della sostanza che regna su tutto, dà la libertà. Del resto, nessuno potrebbe avere la libertà da chi non ce l’ha per natura. Dal momento che lo stesso Figlio vuole rendere liberi alcuni, e dare ad essi il proprio frutto, potranno dirsi veramente liberi coloro che hanno ottenuto questa dignità da Colui che ne ha il diritto e il potere, e non da un altro di quelli che lo hanno da altri, e risplendono di doti non proprie […]
Conveniva, infatti, sapere dove noi dobbiamo necessariamente cercare “la nobiltà secondo Dio”, e si doveva sapere che il Figlio può liberare.
Impariamo, dunque, che non ottengono grande nobiltà coloro i quali vanno dietro agli onori mondani, né raggiungono la gloria e la grazia dei santi, sebbene siano stati modesti e nati da genitori modesti secondo la carne. Ciò che sembra glorioso agli uomini, non basta a ottenere la nobiltà che è presso Dio, ma è, invece, la nobiltà della vita e dei costumi virtuosi che rende l’uomo veramente libero e nobile.
Giuseppe fu venduto come schiavo, come è scritto (cf. Gen 37,28), ma egli era libero, perché risplendeva di nobiltà d’animo; Esaù nacque da padre veramente libero, e lo era egli stesso, ma, per la turpitudine dei costumi, mostrò un animo servile.
Sono, dunque, nobili presso Dio, come abbiamo detto, non quelli che navigano nelle ricchezze e nel potere del denaro, o quelli che ricevono gli splendidi onori del mondo, ma coloro che si rendono famosi per la santità della vita e per l’onestà dei costumi.
Cirillo di Alessandria
Commento al Vangelo di Giovanni, Città Nuova, pp. 136-137
Se, dunque, il Figlio vi farà liberi, veramente sarete liberi” (Gv 8,36) significa chie veramente nella grazia che ha accettato gesu cristo come personale e salvatore pregando per il perdono dei peccati che siamo liberi graie a gesu perche siamo stati lavati dal suo sangue prezioso e quindi siamo liberi dal peccato in prima cosa non siamo piu schiavi liberi delle religioni perche nessuno potra mai ingannarci liberta nello spirito
liberta di qualsiasi legame tutte quelle catene che una volta circondavano la nostra vita sono state spezzate grazie a gesu cristo quindi.
Se, dunque, il Figlio vi farà liberi, veramente sarete liberi” (Gv 8,36)