In occasione dell’Avvento, Natidallospirito.com offre ai lettori alcuni brani tratti da “Omelie sulla Natività” di Gregorio di Nazianzo. In questo brano c’è tutto il paradosso dell’incarnazione di Dio: l’Essente per eccellenza nasce, l’Incomprensibile per eccellenza viene compreso, il Ricco diventa povero, il Pieno divente svoto. Gregorio esprime in poche frasi dal sapore poetico tutto il mistero cristiano: Dio si svuota e prende carne umana perché l’uomo si riempia della sua divinità. Ecco lo scopo ultimo della kenosi divina: l’uomo ora può partecipare della natura divina (cf. 2Pt 1,4).
Oh inconcepibile mescolanza! Oh inaudita unione! Colui che è, nasce, e Colui che non è creato, viene creato; Colui che è incomprensibile viene compreso, per mezzo dell’anima razionale che fa da intermediaria tra la sua natura divina e la pesantezza della carne. E Colui che arricchisce gli altri diventa mendico; Egli mendica infatti la mia carne, affinché io possa arricchire la sua divinità. E Colui che è ripieno di ogni cosa diviene vuoto: si svuota, infatti, per un breve tempo della sua gloria, affinché io possa partecipare alla sua pienezza.
Qual è questa ricchezza della sua bontà? Qual è questo mistero che ha me come oggetto? Io ebbi parte all’immagine di Dio, e pure non la conservai: Egli allora prende parte alla mia carne sia per salvare l’immagine sia per rendere immortale la carne. Egli si mette una seconda volta in comunione con l’uomo, e in una comunione molto più straordinaria della prima, in quanto la prima volta Egli mi fece partecipare alla natura migliore, ora invece è Lui che partecipa all’elemento peggiore. Questo fatto è più divino del primo; questo è più sublime dell’altro, per coloro che hanno senno.
Gregorio di Nazianzo (Nazianzeno)
Discorso 38,13
in Gregorio Nazianzeno, Omelie sulla Natività, Città Nuova, 1983, p. 59