In occasione dell’11° anniversario della nascita al Cielo di padre Matta el Meskin (8/6/2006-8/6/2017), Natidallospirito.com offre ai lettori un brano inedito sulla Pentecoste e sulla nuova creazione tratto da uno dei libri più belli di Matta el Meskin.
Segnaliamo anche che per quest’anniversario è uscito dalle edizioni Qiqajon un volume intitolato “Matta el Meskin: un padre del deserto contemporaneo” dedicato interamente alla figura e alla spiritualità di padre Matta el Meskin, padre del deserto dei nostri giorni, che consigliamo a tutti i lettori che hanno tratto beneficio dagli scritti di questo monaco e che vogliano approfondire la sua storia.
Al volume, unica monografia finora dedicata al santo egiziano, hanno partecipato teologi, storici e monaci di tanti paesi e di tante chiese.
Quando è morto Cristo ha abrogato la sentenza di morte che pendeva su di noi: “Per quanto riguarda la morte, egli morì al peccato” (Rm 6,10). Così la nostra natura umana è ritornata a essere libera ma aveva bisogno di una nuova potenza in grado di custodirla, di una nuova azione divina capace di innalzarla al piano della santità che si addice alla vita di comunione con Dio: “[Affinché l’uomo non servisse] più alle passioni umane ma alla volontà di Dio, nel tempo che gli rimane in questa vita mortale” (1Pt 4,2).
Nel cinquantesimo giorno dalla morte e resurrezione del Signore la natura umana ha ricevuto questa nuova potenza spirituale, l’ha ricevuta in modo visibile quando lo Spirito santo è disceso pubblicamente sui discepoli, in modo udibile e ben visibile. Egli è entrato e ha ricolmato la natura umana rinnovando la sua creazione, rafforzandola ed elevandone il livello spirituale in modo tanto reale da essere così miracolosamente straordinario che coloro che assistettero agli eventi di quel grande ed eterno giorno ne restarono stupefatti.
Il giorno di Pentecoste, nella natura umana si è realizzato un atto creazionale nuovo i cui effetti si sono visti nei discepoli, nelle loro nuove potenzialità, nelle loro lingue, nel loro modo di pensare, nella loro nuova conoscenza. Fu così palese che i sommi sacerdoti e i capi restarono perplessi. Eppure tale trasformazione radicale ed improvvisa non si limitò ai discepoli ma, ciò che è davvero meraviglioso, è che essa è passata a tutti coloro che hanno creduto, si sono battezzati e hanno ricevuto l’imposizione delle mani. Si capì in quel contesto che la discesa della Spirito santo sui discepoli fu un atto complementare all’opera della prima creazione. Perciò, la Pentecoste è intimamente connessa al sesto giorno della Genesi, dal momento che riguarda la creazione dell’uomo.
Pentecoste, da questo punto di vista, è la nuova nascita dei discepoli in una nuova natura creata da Cristo a partire dal suo corpo mediante la sua morte e la sua risurrezione e mediante l’azione dello Spirito santo. Meditando sulla modalità con la quale questa nuova opera creatrice è avvenuta restiamo stupiti dal fatto che non si è realizzata in maniera individuale come nella prima creazione di Adamo. I discepoli, infatti, erano riuniti “con le donne e Maria, la madre di Gesù” (At 1,14) in un clima di compunzione e di preghiera. La natura umana, dunque, ha accolto la sua nuova creazione spirituale come Chiesa. Ciò significa che la nuova nascita dell’uomo dipende strettamente dalla nascita della Chiesa e che la nuova natura dell’uomo non può non comprendere, nel profondo della sua essenza, un legame vivo e stretto con la Chiesa. Nella nuova creazione non c’è individualismo! Noi traiamo la natura dell’uomo nuovo dalla Chiesa e nessuno, al di fuori della Chiesa, può nascere dall’acqua e dallo Spirito e diventare una nuova creatura in Cristo Gesù.
Pentecoste, dunque, è la festa della Chiesa, la memoria della sua nascita.
La nascita della Chiesa non è un racconto ma è vita unita alla natura stessa dello Spirito santo.
Noi viviamo della nascita della nostra Chiesa, viviamo della sua nuova natura unita a Cristo e allo Spirito.
Pentecoste è la festa della vita nello Spirito per coloro che vivono veramente in Cristo […]
A Pentecoste la natura umana della Chiesa si è unita alla natura ignea di Dio. Da questa unione è nato l’uomo nuovo […]
La Chiesa è una madre spirituale che Cristo ha creato e ha mostrato al mondo negli ultimi tempi mediante la sua incarnazione e, a Pentecoste, l’ha resa fertile mediante lo Spirito santo. Ora essa partorisce dei figli santi, della sua stessa natura santa e fertile, con il fuoco di Dio: “La sua potenza divina ci ha fatto dono di ogni bene per quanto riguarda la vita e la pietà […] perché diventaste per loro mezzo partecipi della natura divina” (2Pt 1,3-4). Il fuoco di Pentecoste è potenza divina, è potenza straordinaria che è venuta da Dio a santificare gli uomini.
La santificazione consiste nel partecipare della natura di Dio, “partecipi della natura divina” (2Pt 1,4), “siate santi perché io sono santo” (1Pt 1,16). La santificazione da parte di Dio è per noi azione ignea ed, per quanto riguarda le ipostasi divine, compete allo Spirito santo.
Lo Spirito santo santifica.
Lo Spirito santo santificò il seno della Vergine affinché in esso vi fosse formato Cristo e da esso nascesse.
A Pentecoste lo Spirito ha santificato la natura umana come Chiesa affinché in essa fosse formato il nostro uomo nuovo secondo Gesù Cristo e da essa nascesse.
Noi nasciamo dal seno di una Chiesa che è stata santificata dal fuoco di Dio mediante lo Spirito santo.
Non era questo ciò che Giovanni Battista ci aveva promesso? “Egli [Cristo] vi battezzerà in Spirito santo e fuoco” (Mt 3,11).
Matta el Meskin
tratto da Matta el Meskin, al-‘Ansara, 1960, pp. 6-8,12-13
tradotto dall’originale arabo a cura di Natidallospirito.com