È uscito in italiano “L’umanità di Dio”, un nuovo libro postumo di Matta El Meskin, edito da Qiqajon. Si tratta di un’antologia di 40 meditazioni inedite sull’incarnazione e il Natale tradotte dagli originali arabi molto utile per la lectio e la preghiera personale nei tempi dell’Avvento e di Natale.
Dai testi traspare tutta la profonda spiritualità cristocentrica di Matta El Meskin, un monaco del deserto che rappresenta una delle figure più luminose della Chiesa copta ortodossa contemporanea.
Il libro è prefato dal discepolo di Matta El Meskin e attuale abate del monastero di san Macario, anba Epiphanius.
Dalla quarta di copertina:
“Betlemme è davvero il nostro luogo di nascita … La nascita di Cristo in quel giorno è stata per noi la nostra nascita eterna”, scrive abba Matta. In questa inedita raccolta di meditazioni sul Natale l’autore rilegge con profondità spirituale l’evento dell’incarnazione, in cui Dio si è rivelato come persona, mostrando come nel Cristo nato a Betlemme è nata per l’uomo una nuova speranza che niente e nessuno potrà più spegnere, una nuova vita contro cui la morte e tutto ciò che è mortifero non possono nulla.
L’umanità ha finalmente trovato un passaggio per giungere a Dio. Se non avesse creato una simile donna, Dio,abbassandosi, non avrebbe trovato un essere in cui riposare. Quando questa donna concepì il Figlio di Dio, ful’umanità intera a portarlo in grembo. Se la Vergine fusantificata da Dio perché venisse in lei il bambino celeste,quando lei lo partorì fu tutta l’umanità a essere santificata. Se la Vergine lo ospitò per nove mesi, l’umanità in lui sisentirà a casa per sempre. Egli è infatti nostro figlio, se condo la profezia: “Un bambino è nato per noi, ci è statodato un figlio” (Is 9,5). Dio non può più riprenderselo, se non prendendo anche noi in lui. Così come il mistero furivelato quando il Verbo abitò nella Vergine, così, spezzato il suo corpo con la morte in croce, ci fece abitare in lui. Così come egli prese il nostro corpo nascendo, noi abbiamo preso il suo, risorgendo dai morti (dalla meditazione 5, p. 61).