Nel progetto di Dio, il fine della preghiera incessante è quello di produrre in noi, giorno dopo giorno, un ininterrotto cambiamento essenziale. Se desidera che la preghiera sia molto assidua è perché essa ci trasformi al di là della nostra natura; è ciò che accade quando sentiamo di essere diventati più grandi di noi stessi. Così dobbiamo supplicare insistentemente che la nostra preghiera venga esaudita, perché è per mezzo suo che otteniamo quel che altrimenti non sapremmo meritare.
La preghiera è quell’atto essenziale nel quale Dio stesso, senza che noi ce ne rendiamo conto, opera in noi il cambiamento, il rinnovamento e la crescita dell’anima.
Né il benessere, né la pace interiore, né l’impressione di essere esauditi, né nessun altro buon sentimento possono eguagliare l’azione segreta dello Spirito Santo sull’anima e renderla degna della vita eterna. La preghiera è l’azione spirituale più forte che ha in sé la propria ricompensa immediata, senza bisogno di una prova affettiva. La preghiera non può avere obiettivo più importante di se stessa: essa è il fine più importante dell’atto più importante.
La preghiera è apertura all’energia attiva di Dio, forza invisibile, forza intangibile. Secondo la promessa di Cristo (Gv 6,37) l’uomo non può ritirarsi dalla presenza di Dio senza ottenere un cambiamento essenziale, un rinnovamento che non apparirà come improvvisa esplosione, bensì come costruzione minuziosa e lenta, quasi impercettibile.
Colui che persevera davanti a Dio e persiste nel confidare in lui per mezzo della preghiera, riceverà molto più di quanto sperava e molto più di quanto avrebbe meritato. Colui che vive nella preghiera accumula un immenso tesoro di fiducia in Dio. La forza e la certezza di questo sentimento superano l’ordine del visibile e del tangibile, poiché l’anima, in tutto il proprio essere, si impregna profondamente di Dio e l’uomo percepisce la presenza di Dio con grande certezza, tanto da sentirsi più grande e più forte di quanto non sia. Acquisisce allora la convinzione di un’altra esistenza, superiore alla sua vita temporale, pur non ignorando la propria debolezza, né dimenticando i propri limiti.
Questo sentimento di certezza della presenza di Dio, della sua forza, produce nell’anima l’ampliamento del campo di percezione delle verità divine, il dispiegamento delle capacità di discernimento e di visione. L’anima testimonia allora l’emergere, nel profondo di se stessa, di un mondo nuovo, del suo nuovo mondo amato, quello di Gesù, che viene da Dio e non dai sensi né dall’io; quel mondo che l’uomo già impara a conoscere, secondo il volere dello Spirito e non della ragione, senza l’intervento della propria volontà, della sapienza o dello sforzo umano.
Dal momento in cui l’anima comincia a elevarsi nel mondo delle “luce vera” (Gv 1,9) che è in lei, comincia a porsi in armonia con Dio attraverso la preghiera continua fino a eliminare ogni divisione, ogni dubbio, ogni inquietudine, allora la Verità dirige il suo movimento e tutti i suoi sentimenti e il fuoco dell’amore divino fonde le sue esperienze passate e presenti, sopprimendo le parzialità e i timori dell’io, gli errori dell’egoismo e i suoi sospetti, cosicché in fondo all’anima non resta altro che la pienezza della sovranità dello Spirito e l’estrema felicità di sottomettersi alla sua volontà.
padre Matta El Meskin
L’esperienza di Dio nella preghiera, Qiqajon, pp. 11-12
La preghiera produce salvezza.
Infatti frutto della preghiera è la perseveranza.
Perseveranza è che noi rimaniamo in Dio e il Suo Spirito in noi.
E con la nostra perseveranza salveremo la nostra anima