Con questo articolo, pubblichiamo alcuni brani di commenti patristici sulle Beatitudini, nei due vangeli di Matteo e di Luca.
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1 Vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli. 2 Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo:3 «Beati i poveri in spirito,perché di essi è il regno dei cieli.4 Beati gli afflitti,perché saranno consolati.5 Beati i miti,perché erediteranno la terra.6 Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,perché saranno saziati.7 Beati i misericordiosi,perché troveranno misericordia.8 Beati i puri di cuore,perché vedranno Dio.9 Beati gli operatori di pace,perché saranno chiamati figli di Dio.10 Beati i perseguitati per causa della giustizia,perché di essi è il regno dei cieli.11 Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. 12 Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi.
Commento al Vangelo di Matteo 17,1
Non avrebbe forse potuto insegnare dove la folla si era già radunata? Ma per due motivi sale sulla montagna. Innanzitutto per realizzare la profezia di Isaia che diceva: “Sali su un alto monte, tu che rechi liete notizie in Sion” (Is 40,9). Poi per manifestare il mistero della pietà. La sua ascesa esprime l’eccellenza della sua potenza. Salì sul monte per mostrarci che chi insegna la giustizia di Dio deve risiedere nelle alte vette delle virtù spirituali e la stessa cosa deve avvenire per chi ascolta. Chi insegna, sia egli stesso l’esempio delle sue parole per dare insegnamenti più con i fatti che con le parole, come dice l’Apostolo a Timoteo: “Sii esempio a tutti i fedeli” (1Tm 4,12). Chi invece percorre le valli della vita terrena, calca sentieri bui e pronuncia discorsi elevati: questi non istruisce un altro ma punisce se stesso. Nessuno, infatti può stare nella valle e parlare dal monte: parla dal posto in cui ti trovi o stai da dove parli.
Anonimo
Opera incompleta su Matteo, omelia 9
Il Signore era sul punto di sollevare i suoi discepoli dalle realtà terrestri e basse a quelle alte ed eccelse; per esprimere ciò anche visivamente, sale su di un monte, il monte Oliveto: il nome ne indica chiaramente anche il significato: “oliveto” è il segno del dono della misericordia divina [nella chiesa dei primi secoli eleos – da cui eleison “abbi compassione” – doveva fare eco con elaion, che significa olio. Forse la tua esperienza con l’olio d’oliva potrebbe limitarsi all’insalata, ma nell’antico mondo mediterraneo, l’olio d’oliva era usato in un un’ampia gamma di situazioni e assolveva a funzioni essenziali. Uno stoppino messo in una lampada a olio poteva bruciare e illuminare una stanza. Le erbe medicinali erano combinate con l’olio d’oliva per la guarigione. Il Buon Samaritano “gli [all’uomo picchiato] fasciò le ferite, versandovi olio e vino” (quest’ultimo per le qualità antisettiche dell’alcool). L’olio d’oliva era anche un solvente per erbe per farne profumi. E ovviamente, era ed è un ottimo cibo: in una regione dove le risorse di grasso erano scarse, l’olio d’oliva era un alimento essenziale. Una quantità sufficiente di grasso nella dieta conferisce un colorito sano, e il salmista ringrazia Dio perché Egli dono “il vino che rallegra il cuore dell’uomo, l’olio che fa brillare il volto” (Salmo 104,15). Tutta questa eco poetica tra eleos e elaion contribuisce a un senso più pieno di “pietà”, rispetto all’italiano, Frederica Mathewes-Green, The Jesus Prayer, pp. 81, n.d.t.]. Sale dunque il Signore sul monte; è un invito ai discepoli perché lascino da parte le cose terrestri, perché si elevino – anche fisicamente, dato il luogo in cui si trovano – alle realtà supreme; è sul punto di presentare loro i comandamenti delle promesse celesti; sta per offrire in dono le divine benedizioni promesse, delle quali già David aveva parlato, là ove dice: “Colui che ha promulgato la Legge concederà anche le benedizioni” (Sal 83,8). Ma perché si possa più chiaramente comprendere quanto grande sarebbe stata sia la grazia degli apostoli che l’autore di sì eccelsa benedizione, David spiega aggiungendo: “Cresceranno, passando di virtù in virtù; il Dio degli dèi si renderà noto in Sion (ibid.)”. Allude perciò al Figlio di Dio, il quale ini Sion ha fatto dono delle benedizioni agli apostoli. Lo stesso che aveva dato un tempo la legge a Mosè sul monte Sinai, fa ora dono della benedizione agli apostoli sul monte degli Ulivi. E’ chiara attestazione che egli è l’autore delle due Alleanze.
Cromazio di Aquileia
Commento al Vangelo di Matteo 17,1
Discorso del Signore sul monte 1,1,2
Commento al Vangelo di Matteo 1,5,1
Opera incompleta su Matteo, omelia 9
Bentornato! Era parecchio che non postava.
Come sempre ottimi post.
Preso purtroppo da cose “terrene”… Per me la gioia è sapere che esistono lettori affezionati e attenti come lei. Grazie.
Non mi deve ringraziare, ma sono io che devo ringraziare lei. Sono anni che la seguo, ancor prima che cambiasse il layout del sito
Siti che ci offrono questi bei sprazzi di spiritualità, che offrono l’opportunità di poter volgere gli occhi alle cose del cielo, ce ne son pochi. E non nascondo che l’ispirazione per il mio sito è tratta dal suo.
Le cose terrene tutti dobbiamo farle, e gran bene è quando son fatte come se fossero riflesso di quelle del cielo, con gli occhi rivolti al cielo.
E’ su questa terra che lottiamo.
I miei più cordiali saluti e ringraziamenti per le “perle” che sempre ci offre.