Il nuovo popolo, chiamato all’eredità eterna, usi dunque la voce del Nuovo Testamento e dica: Padre nostro che sei nei cieli, cioè nei santi e nei virtuosi, poiché Dio non è limitato dallo spazio cosmico. I cieli sono infatti i corpi nel cosmo che si distinguono per bellezza, ma sono sempre corpi che quindi possono essere soltanto nello spazio. Ma se si ritiene che la sede di Dio sia nei cieli in quanto sono le parti più alte del mondo, di più grande merito sono gli uccelli, perché la loro vita è più vicina a Dio. Però non si ha nella Scrittura: il Signore è vicino ai giganti e ai montanari, ma si ha: Il Signore è vicino ai contriti di cuori (Sal 33,19), ma questo concetto è più attinente a una condizione di terrenità. Ma come il peccatore è stato considerato terra, quando gli fu detto: Sei terra e alla terra tornerai (Gn 3,19), così al contrario il virtuoso può essere considerato cielo. Difatti si dice ai virtuosi: Il tempio di Dio è santo e siete voi (1Cor 3,17). Perciò se Dio abita nel suo tempio e i santi ne sono il tempio, che sei nei cieli si traduce con criterio: “che sei nei santi”.
Agostino
Discorso del Signore sul monte 2,5,17