Venga il tuo regno. Per chi facciamo questa preghiera? Anche se non lo domandassimo, non verrebbe forse il regno di Dio? Di quel regno è detto che sarà dopo la fine del mondo. Dio infatti possiede sempre il regno e non è mai senza regno, perché lo servono tutte quante le creature. Ma quale regno ti auguri che venga?
Quello di cui sta scritto nel Vangelo: Venite, bendetti del Padre mio, ereditate il regno preparato per voi dalla fondazione delmondo (Mt 25,34). Ecco il regno di cui è detto: Venga il tuo regno.
Ci auguriamo che venga in rapporto a noi, ci auguriamo di ritrovarci in esso. Poiché, ecco, esso verrà; ma che ti gioverà, se ti troverà alla sinistra? Dunque anche qui per te fai un buon augurio, tu preghi per te. Pregando desideri, brami di vivere in modo da appartenere al regno di Dio che sarà dato a tutti i santi. Quando dunque dici: Venga il tuo regno, tu preghi per te, di vivere bene: “Fa’ o Signore che apparteniamo al tuo regno: venga anche per noi, il regno che verrà per i tuoi santi, per i tuoi giusti”.
Agostino
Discorsi 56,6
Poiché Dio regna sempre ed è onnipotente che cosa hanno in mente coloro che chiamano Dio Padre, quando gli offrono le loro richieste e dicono: Venga il tuo regno?
Sembra che essi desiderino vedere Cristo, Salvatore di tutti, sorgere di nuovo nel mondo. Egli verrà. Egli verrà e scenderà come giudice, non più in una condizione bassa simile alla nostra o nell’umiltà della natura umana; egli verrà nella gloria come Dio, come abita nella luce inattingibile (cf. 1Tm 6,16) e con gli angeli a suo fianco. Egli dice da qualche parte: Il Figlio dell’uomo verrà nella gloria di suo Padre con i suoi angeli santi (Mt 16,27) […]
Il seggio del giudizio è terribile. Il Giudice è imparziale. E’ un tempo di supplica o piuttosto di giudizio e retribuzione. Il fuoco, la lunga punizione e i tormenti eterni sono preparati per i malvagi. Come possono gli uomini pregare di vedere quel momento? […]
I santi chiedono che venga il tempo del regno perfetto del Salvatore perché hanno faticatico come dovevano, hanno la coscienza pura e aspettano la ricompensa per quello che hanno già fatto. Proprio come quelli che aspettando una festa una gioia già prossima a venire e al cui arrivo manca poco anelano alla sua venuta, così fanno anche loro. Hanno fiducia di stare in piedi, gloriosi, alla presenza del Giudice e di sentirgli dire: Venite, bendetti del Padre mio, ereditate il regno preparato per voi dalla fondazione del mondo (Mt 25,34). […] Essi credono completamente a quello che egli ha detto sulla fine del mondo.
Quando apparità di nuovo a loro dal cielo, essi saranno splendenti come il sole nel regno del loro Padre (cf. Mt 13,43). Dicono giustamente nelle loro preghiere: Venga il tuo regno; infatti essi confidano nel fatto che riceveranno una ricompensa per il loro coraggio e otterranno fino in fondo la speranza posta davanti a loro.
Cirillo di Alessandria
Commento a Luca, omelia 73
E’ definita regno di Dio la ricompensa o la tribolazione che ricevono i giusti per premio della loro giustizia o i peccatori per colpa dei peccati commessi. Regno di Dio sono detti anche i santi, come è scritto: E raccoglieranno la zizzania dal suo regno (Mt 13,41); vale a dire dal popolo cristiano. Anche la giustizia è definita regno di Dio: Vi sarà tolto il regno di Dio e sarà data a un popolo che lo farà fruttificare (Mt 21,43). Il senso di tutte queste definizioni è uno solo: una cosa è essere re, un’altra è regnare. Ecco che Dio per natura è re ma non regna su tutti né tutti gli uomini costituiscono il suo regno, poiché non tutti loro compiono la sua volontà. Sugli uomini malvagi non regna Dio ma il diavolo, la cui volontà essi adempiono.
Anonimo
Opera incompleta su Matteo, omelia 14
Chiediamo che anche il regno di Dio sia realizzato per noi, così come domandiamo che il suo nome sia santificato in noi. Quand’è infatti che Dio non regna o che presso di lui abbia iniziato ciò che è sempre stato e che non cessa di essere? Domandiamo che giunga il nostro regno che Dio ci ha permesso, richiesto dal sangue e dalla passione di Cristo, affinché noi che prima nel mondo siamo stati servi, in seguito regniamo sotto il dominio di Cristo, così come egli stesso ci promette dicendo: Venite, benedetti dal Padre mio, riceverete il regno che fin dall’origine del mondo è stato preparato per voi (Mt 25,34). Amatissimi fratelli, può in verità rappresentare il regno di Dio Cristo stesso che desideriamo venga ogni giorno, la cui venuta desideriamo che per noi si compia presto. Rappresentando egli la resurrezione, poiché in lui risorgiamo, può essere considerato anche regno di Dio, poiché in lui siamo destinati a regnare.
Cipriano
Il Padre nostro 13
Il regno di Dio, secondo quanto ha detto il nostro Signore e Salvatore, non si vede quando viene né dicono: è qua o è là (Lc 17,20-21), perché la parola è in noi, nella nostra bocca e nel nostro cuore (Dt 30,40; Rm 10,8). E’ chiaro che colui il quale prega che venga il regno di Dio, prega giustamente che il regno di Dio sorga, porti frutto e si perfezioni dentro di sé.
Dato che ogni santo sta sottomesso alla regalità di Dio e obbedisce alle leggi spirituali di Dio, quasi che abiti in una città regolata da buone leggi, presente il Padre e governando Cristo con il Padre, nell’anima giunta a perfezione, [si dice] secondo la promessa, che ricordavo poco prima: Verremo presso di lui e prenderemo dimora in lui (Gv 14,23).
Origene
La preghiera 25,1
Infatti le parole: Venga il tuo regno, non si devono intendere come se al momento Dio non regni. Ma forse qualcuno potrebbe intendere che la parola Venga implica sulla terra, come se egli anche ora non regni sulla terra, che anzi sempre vi ha regnato dalla creazione del mondo. Il termine Venga si deve dunque interpretare: si manifesti agli uomini. Come infatti anche la luce visibile è invisibile ai ciechi e a quelli che chiudono gli occhi, così il regno di Dio, sebbene mai abbandoni la terra, è tuttavia invisibile a coloro che non lo conoscono. A nessuno infatti sarà lecito ignorare il regno di Dio, perché il suo Unigenito, non solo nel settore del pensiero ma anche dell’esperienza, è venuto dal cielo nell’uomo del Signore per giudicare i vivi e i morti.
Agostino
Discorso del Signore sul monte 2,6,20