Vorrei condividere con i lettori di questo blog cinque episodi – che considero a dir poco deliranti – che mi sono capitati durante questa settimana pre-natalizia. Mi permetto di infrangere per una volta la linea che il sito segue normalmente. Spero che i lettori capiranno e mi perdoneranno per questo.
episodio 1)
Accendo la tv, credo il 24 dicembre sera. Tiggì uno. Parte una serie di servizi girati sui fronti bellici italici in giro per il pianeta. Riprendono, poi, i militari di stanza in Afganistan. Con grande enfasi, il giornalista afferma che i militari hanno anche partecipato alla messa. Passano le immagini di una piccola stanzina completamente spoglia (ma… la croce? qualcosa?!) e un militare, vestito da militare, in un’area della stanzina che potremmo chiamare “santuario” (gli ortodossi sanno bene cos’è) con la chitarra in mano. E tutti in coro a intonare un canto. Che canto sarà mai! Certo non sarà “L’italiano” (lasciatemi cantare…) anche se ne ha tutta l’aria. Il giornalista, allora, tace e lascia spazio al canto… e si sente qualcosa che fa: “È Natale, non soffrire più”… la mia mente resta un attimo basita. Mi dico: ma no, non può essere che durante la messa cantino questo. Poi l’amaro risveglio. Ebbene sì, quella canzone è la versione italiana di “White Christmas”, una canzone composta nel lontanissimo 1942 (forse che questo non la faccia rientrare a pieno titolo nella tradizione?!) da un ebreo russo-statunitense, tale sig. Israel Isidore Baline (nome d’arte: Irving Berlin) il quale pare abbia reso questo componimento la canzone di Natale più incisa di tutti i tempi. Vale la pena offrirvi il testo italiano della canzone perché possiate gustare il suo intenso valore liturgico (tale da farvi comprenderne l’uso fattone durante la liturgia di Natale, appunto). Leggiamo insieme:
Quel lieve tuo candor, neve,
discende lieto nel mio cuor.
Nella notte santa il cuor esulta
d’amor, è Natale ancor.
E viene giù dal ciel lento,
un dolce canto ammaliator
che ti dice “Spera anche tu.”
È Natale, non soffrire più.
Oh…oh oh oh oh
E viene giù dal ciel lento,
un dolce canto ammaliator
che ti dice “Spera anche tu.”
È Natale, non soffrire più.
Ecco. Oh oh oh è Natale.
episodio 2)
Ieri ho partecipato a un pranzo di Natale. A un certo punto si decide di mostrare agli ospiti la ripresa della recitina di una bambina presente fra di noi. La bambina, che chiamamo Vanna, va all’asilo. Chiedo a Vanna: “Che parte hai recitato”? E lei: “La stellina”. Mentre immagino cieli stellati sopra Betlemme, parte il video. Le immagini la mostrano vestita di una stella di cartone insieme ad altre sue colleghe stelline che girano in tondo insieme a delle nuvolette. Bene! Ora arriverà il bello – mi sono detto. Ora arriverà Gesù bambino! I bambini stelline/nuvolette continuano a danzare e cantano. Cantano di stelle e nuvolette, di pace e serenità, poi di litigi che si ricompongono con un abbraccio. Ma di Gesù bambino, neanche l’ombra! Chiedo alla madre di Vanna: “C’era un presepe nella scuola?” E lei: “No! è assurdo pensarlo per noi, ma lei non saprebbe neanche farsi il segno della croce. Fanno religione a scuola, ma praticamente disegnano angioletti”. Poveri noi che abbiamo studiato dalle suore: ore e ore di recite vestiti a turno da profeti dell’Antico Testamento che decantavamo le profezie della venuta del Salvatore!
episodio 3)
Più volte mi sono ritrovato “taggato” su Facebook in auguri di Natale. Più volte queste cartoline virtuali erano composte da signorine avvenenti con il sedere di fuori. Va detto che avevano il cappello di Babbo Natale. E di fronte a loro c’era anche l’albero di Natale! Più Natale di così, scusate!
episodio 4)
Ricevo gli auguri di Natale da un caro amico, via email. Apro l’email e gli auguri sono nascosti in un video che scarico. Premo su play. Partono le immagini di un cartone animato in cui ci sono un Babbo Natale indiano e donnine danzanti indiane che cantano allegramente una versione indiana – giustamente! – di “Jingle Bells”. Alla fine del video appaiono gli auguri: Merry Nickmas! Avete letto bene, NICKmas. Pare che Nick sia la marca di una bevanda e che quel clip fosse nient’altro che la pubblicità di quella marca. Mi sono chiesto quanto tempo questo mio amico ci avesse pensato prima di inviare questa email di auguri natalizi. Ho scoperto, poi, quando l’ho visto, che era entusiasta di quella email e si stupiva della mia ostinata chiusura mentale.
episodio 5)
Restiamo ancora su Facebook. Qualche giorno fa vado a guardare la mia pagina di facebook e ricevo un augurio di Natale. E’ una foto. Leggo: “Merry fuc*** Christmas” (metto gli asterischi per decenza; nell’originale era scritta la parola intera inglese che, per chi non la conoscesse, è un insulto bello e buono) . Sotto la scritta un uomo scuro di pelle con un cappello da Babbo Natale che, contorniato di lucine da albero di Natale, ha una benda nera che gli tappa la bocca. In questa bocca è stata introdotta una palla. Fin qui, un’immagine dell’orrore. L’autrice dell’augurio rincara, e scrive un commento: “Merry fuc*** xmas, dear friends”. Scopro poi che, in realtà, l’autrice dell’augurio ha preso in prestito l’immagine da una sua amica alla quale scrive in un commento: “Tra l’altro complimenti, adorabile imago natalizia… 😉 buon fuc*** day e a presto un besito smackkkk”. Io basito, invece, le scrivo un messaggio privato dicendole – testuali parole: “Solo una nota, in amicizia: non mi è sembrato bella questa storia di merry f** Christmas. E’ un momento di festa e per molte persone è uno dei momenti più santi dell’anno.” La risposta non si fa attendere: “Quanto al xmas, non credo sia offensivo per nessuno.. dai, bisogna pur mantenere la capacità di scherzare sulle cose e anche auto prendersi un po’ in giro. Del resto ognuno ha dentro di sè i modi, la verità e la luce di come vivere le cose e nessuno puo’ intaccare quello che c’è dentro ognuno di noi. Sarebbe triste sentirsi offesi per quello che gli altri dicono o pensano, io credo che quando uno sa cosa vuole tutto il resto deve girare e avvenire semplicemente per come capita, l’opinione degli altri non intacca proprio nulla di cio’ che si crede, altrimenti sarebbe ben cosa cosa se bastasse un parere contrario per avvelenare la propria visione di vita* Come diceva sant’Agostino, ama e fa’ ciò che vuoi***” Della serie: se offendo il tuo Natale, il Natale di quel tal Signore al quale tu credi, non te la prendere! Bisogna prendersi un po’ in giro, caro; quindi perché non prendere in giro anche il Natale? In fondo sant’Agostino ha detto ama e offendi pure come vuoi! Il giorno dopo l’autrice dell’augurio malaugurato scrive sul suo profilo, in evidente polemica con il mio ignobile oscurantismo fanatico: “Good winter solstice to all***Buon solstizio d’inverno a tutti *** e che la tolleranza riempia gli spiriti (ne hanno parlato già gli illuministi ma pare che dal ‘700 a oggi pochi abbiano imparato the lesson) Ma tutto è sempre possibile! :)” Ah be’, visto che ne hanno già parlato gli illuministi, guarda, non posso che vergognarmi di non aver imparato la lesson! Poi dal 700 a oggi sono passati davvero molti anni, caspita!
Vorrà dire che dovrò ripassare il nuovo manuale, illuministico per l’appunto, del politically correct a Natale. Così l’anno prossimo sarò anch’io pronto durante la messa a cantare con la chitarra in mano “bianco Natale” invece di Iparthenos (“Oggi, la Vergine porta in grembo Colui che è trascendente, la terra offre un riparo a Colui che è irraggiungibile. Gli angeli e i pastori Lo glorificano! I magi si incamminano verso di Lui per mezzo di una stella. Poiché un bambino è nato per noi, il Dio eterno senza tempo”) oppure Adeste fideles (“L’eterno splendore del Padre vedremo, nascosto nelle carne: il Dio Bambino avvolto in miseri panni. Venite adoriamo il Signore!”); sarò pronto a inviare cartoline di auguri con donne nude che danzano con personaggi da film horror invece di icone che annunciano l’incarnazione del Verbo del Padre; sarò pronto ad assistere a recitine piene di stelline e nuvolette ma senza il Cielo; sarò pronto a dire “buon solstizio d’inverno a tutti” invece di questo banale “buon Natale” che in fondo, quanto è intollerante e poco illuministico!
E’la rimozione del Cristo: credere nell’amore per ignorare l’Amante; conoscere la luce per rinnegare il Sole……