Ma sappiate che Dio ama sempre le sue creature, che possiedono una natura immortale e non si dissolvono insieme al corpo. Dio ha visto la natura spirituale precipitare nell’abisso e trovarvi la morte perfetta e totale. La legge dell’alleanza ha perduto la sua forza, ma Dio, nella sua bontà, ha visitato la sua creatura per mezzo di Mosè.
Mosè pose le fondamenta della Dimora della verità e desiderò risanare la ferita profonda, voleva far ritornare gli uomini all’unità che c’era in principio, ma non riuscì e se ne partì.
Poi di nuovo, vi fu l’assemblea dei profeti; essi cominciarono a costruire sopra le fondamenta di Mosè, ma non riuscirono a risanare la profonda ferita dei membri del genere umano e riconobbero la loro impotenza.
Poi, di nuovo si radunò l’assemblea dei santi; essi innalzarono la loro preghiera al Creatore e dicevano: “Non c’è più balsamo in Galaad? non c’è più medico? perché non sale a curare la figlia del mio popolo?” (Ger 8,22). “Signore, abbiamo curato Babilonia, ma non è guarita! Ora lasciamola e andiamocene via da qui” (Ger 28, 9). Tutti i santi supplicavano la bontà del Padre riguardo al Figlio unigenito. Se non fosse venuto, nessuna creatura sarebbe in grado di guarire la profonda ferita dell’uomo e così il Padre, nella sua bontà, levò la sua voce e disse: “Figlio dell’uomo, prepara quello che ti serve per la prigionia e parti di tua volontà per l’esilio” (Ez 12,3). Il Padre non ha risparmiato il suo figlio unigenito per la salvezza di noi tutti; lo ha consegnato per i nostri peccati (Rm 8,32). “Le nostre iniquità lo hanno umiliato; per la sua piaga tutti noi siamo stati guariti” (Is 53,5).
Egli ci ha radunati dai confini del mondo, ha fatto risorgere il nostro spirito dalla terra e ci ha insegnato che siamo membra gli uni degli altri.
dalla 3a lettera di Sant’Antonio il Grande