Gabriel Urgebadze detto “di Samtavro” (1929-1995) è un folle in cristo della Chiesa ortodossa georgiana. A lui “The Orthodox Word” ha dedicato un numero speciale. In italiano esiste un sito georgiano a lui dedicato: http://www.monkgabriel.ge/it/index.htm
Un giorno, padre Gabriel era fuori dalla sua cella con lo sguardo rivolto in alto verso il suo monastero. Nelle mani aveva una bottiglia di vino piena e un bicchiere. Mentre barcollava, un po’ alticcio, un gruppo di giovani passava di lì, con l’intenzione di visitare quel santo luogo. Padre Gabriel si versò un bicchiere e fece un cin-cin. Poi bevve tutto d’un sorso. Continuò a fare cin-cin e a bere […] Un giovane restò particolarmente scandalizzato e guardò all’anziano con rabbia. Mentre il gruppo stava per andare via, padre Gabriel chiamò il giovane che salì le scale con molta cautela. L’espressione del volto di padre Gabriel cambiò completamente. Ritornò al suo vero “io”. Si versò un bicchiere e guardando molto seriamente il giovane gli disse: “Fatti una bevuta, caro mio!”. A sua grande sorpresa, il giovane si accorse che non era vino ma succo di ciliege diluito con l’acqua. “Non giudicare nessuna delle creature di Dio”, gli disse l’anziano. “Se inizio a giudicarti e a pensare di essere migliore di te, sarò un abominio per il Signore. Ricordatelo, caro mio. Ora va in pace”.
Alcuni insegnamenti spirituali di padre Gabriel
Amore e umiltà
Sii umile e amorevole con tutti e se proprio non riesci ad amare tutti, almeno tratta ognuno con buona volontà. La gentilezza ti aprirà le porte del Paradiso, l’umiltà ti condurrà lì e l’amore ti rivelerà Dio. Dio viene visto solo in verità e nell’amore divino, perché “Dio è amore”.
Ricordati e capiscimi bene: senza Cristo, ogni cosa è niente! L’uomo è stato creato a immagine di Cristo e se noi che siamo a sua somiglianza non andiamo da lui, periremo! Se non credete che Io Sono, morirete nei vostri peccati (Gv 8,24).
Amore umano e amore divino
Ho sentito alcune persone dire: “Ah, l’amore umano non serve a niente!”. Si tratta di un grande errore. L’amore umano non serve a niente ed è sterile solo quando esclude l’amore divino e non mira ad esso. L’amore divino viene dato direttamente a ognuno? O meglio come si possono determinare i suoi confini? L’amore può e deve essere appreso. Inizia in noi dalla nostra infanzia precose e poi progrediamo bene in esso, poi, con la misericordia e la grazia di Dio, ci verrà garantito anche l’amore divino. L’uomo è dotato del talento dell’amore come dono e se conserviamo sinceramente dentro di noi i cammini che portano ad esso, questo talento porterà frutto. La vera trasformazione dell’amore umano è l’amore divino. L’amore umano inizia, l’amore divino completa.
Fare cose con amore è un grande talento. Senza le opere, la fede, così come la preghiera, è morta. Le cose fatte con amore coprono una moltitudine di peccati. Le cinque vergini stolte mancavano di cose fatte con amore – e per questo furono private della grazia dello Spirito Santo.
L’amore del Signore è nascosto a coloro che non hanno esperienza nel servire Dio poiché se egli dovesse mostrarci pienamente quanto ci ama, ciò sarebbe a nostro detrimento. Dimenticheremmo il timore e la reverenza che gli dobbiamo. Ed essendo ostinati, trasformeremmo la libertà donataci per il progresso spirituale in fallimento. Perciò il Signore permette che ci arrivino le tentazioni così che siamo messi alla prossa ed impariamo e, in questo modo, raggiungiamo un progresso maggoire. Perché se la tentazione aumenta, aumenta anche la grazia di Dio.
Come possiamo imparare ad amare? Il Signore ci mostra le tragedie di altre persone al fine di insegnarci. Non essere indifferente con il dolore del tuo prossimo. Se puoi aiutarlo, fallo; se non puoi fare nulla per aiutarlo, puoi in ogni caso avere compassione per lui. Prega per lui. La preghiera fatta con amore ha grande potere. In questo noi ci esercitiamo nell’amore e impariamo ad amare.
Alcune persone dicono che l’amore abita in loro ma non sanno neanche che cos’è l’amore. Chi può capirlo? L’amore è magnanimo, benevolo è l’amore; non è invidioso, non si vanta, non si gonfia d’orgoglio, non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia ma si rallegra della verità. Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta (1Cor 13,4-7).
Se hai disprezzo anche solo per una sola persona, sei lontano dal Regno dei Cieli. L’amore è la madre di tutte le virtù. Il cuore appartiene in primo luogo a Colui che te lo ha dato: Questo è il grande e primo comandamento (Mt 22,38).
Sul giudicare
Sono un grande peccatore e sono molto malato. Se vedi una persona che pecca anche nell’ora della sua morte, non giudicarlo. Il giudizio e la beffa sono grandi ferite per l’anima. Il Signore dice: “Uomo, chi sei tu per giudicare al posto mio?”. Perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi (Mt 7,2). Giudicare è una manifestazione della stupidità umana. Mostra che colui che giudica non conosce ancora Dio o se stesso come dovrebbe.
Giudicare è un grande peccato, quando ci esaltiamo sugli altri. Tutti coloro che si esalteranno sono abominevoli di fronte al Signore. Chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato (Mt 23,12). Quando giudichi gli altri, giudichi Dio. Se hai visto un latro, una donna di facili costumi, o un ubriacone straiato sulla strada, non giudicare, perché il Signore ha permesso quelle loro passioni. Attraverso di esse essi troveranno il cammino verso Dio – saranno umiliati, vedranno la loro impotenza, verranno al Signore e si pentiranno. E tu, piaci al Signore? Significa che il Signore nella sua grazia e misericordia sta trattenendo le tue passioni. Sappi che se solo le lasciasse andare cadresti nel peggiore dei peccati, e forse non riuscirai a uscirne e perirari. Perciò sii umile e cauto. Hai visto quel tale peccare ma hai anche visto come dopo si è pentito? Perciò: non giudicare! Come un filo che passa per la cruna di un ago, così l’uomo commette lo stesso peccato che ha giudicato in altri.
Testamento di padre Gabriel
Gloria a Cristo Dio!
Chiedo perdono e riconciliazione a Sua Santità e Sua Beatitudine il Catholicos Patriarca Elia II di Georgia. Lascio la mia benedizione e il mio perdono-riconciliazione a tutti i chierici e ai monaci. Dio è amore e, malgrado ci abbia provato molto duramente, non sono riuscito a realizzare l’amore di Dio e del prossimo secondo i comandamenti del Signore. La piena acquisizione che l’uomo compie del Regno dei Cieli consiste nell’amore mentre si trova in questo mondo visibile e nella sua eredità eterna (vita eterna). Seppellitemi senza bara, nel mio mantello da monaco. Siate gentili e umili. Il Signore si è ricordato di noi nella sua umiltà, poiché l’umiltà dà grazia. Rimanete nell’umiltà, nella gentilezza e nell’amore con tutte le persone nate da Dio. Mi porto con me l’amore per tutti […]. Lo scopo della vita e di questo intero mondo visibile è l’acquisizione del Regno dei Cieli, avvicinarsi a Dio e ricevere in eredità la vita eterna. Auguro questo anche a tutti voi. Vi lascio con la mia benedizione. Che nessuno possa perdere la grande misericordia di Dio e che a tutti possa essere accordato di giungere al Regno. Non c’è nessuno che vive e non pecchi. Soltanto io sono un grande peccatore, totalmente indegno e molto malato. Da tutto il mio amore prego tutti quelli che passeranno accanto al mio sepolcro di chiedere perdono per me, peccatore. Sono polvere e in polvere ritorno. La verità è nell’immortalità dell’anima.
– Monaco Gabriel
tratto da The Orthodox Way, n. 308/2016, pp. 126. 136-137, 138-141