Colui che è malato nella sua anima e corregge i suoi compagni è come uno che, pur avendo gli occhi accecati, indica la strada. La compassione e la giustizia in una stessa anima sono come uno che adora Dio e gli idoli in una stessa casa; ovunque, la compassione è la nemica della giustizia.
La giustizia è la rettitudine di una uguale misura che dà a chiunque in modo uguale, che non adatta la sua retribuzione a nulla, badando a ciò che ha sotto gli occhi. La misericordia, invece, è una passione mossa dalla bontà, che si piega su tutto con indulgenza. Non retribuisce colui che merita il male, né colui che merita il bene, ma dà in abbondanza il doppio…
Come la stoppia e il fuoco non possono restare in una stessa casa, così anche la giustizia e la misericordia in una stessa anima.
Come un granello di sabbia non bilancia una gran quantità di oro, così il bisogno di giustizia di Dio non bilancia la sua misericordia.
Come un pugno di sabbia che cade nell’oceano sono i peccati di ogni carne, a confronto della provvidenza e della misericordia di Dio [1].
Come non può essere fermata una fonte ricca di acque con un pugno di polvere, così non può essere vinta la misericordia del Creatore dal male delle creature.
Come uno che semina nel mare e spera di mietere, così è colui che prega preda del rancore.
[1] “dell’intelligenza” secondo la versione siriaca
Isacco il Siro
I,50
tratto da: Isacco il Siro, Un’umile speranza (curato da Sabino Chialà),
Qiqajon, 1999, pp. 191-192