Recentemente Natidallospirito ha inaugurato una serie di testi esegetici dei salmi che mirano a leggere questi ultimi in chiave cristica. I testi sono tratti dal libro di Patrick Henry Readon, parroco della chiesa antiochena ortodossa di Tutti i Santi di Chicago, dal titolo “Christ in the Psalms”. Con questi testi si vuole mostrare concretamente come tutta la Scrittura testimoni di Cristo (cfr. Gv 5:39) il quale, durante tutta la sua esistenza terrena, aprendo gli occhi degli apostoli, spiegò loro le cose che lo riguardavano “nella legge di Mosé, nei profeti e nei salmi” (Lc 24:44). Cristo è il perno attorno a cui ruotano e la fondamentale chiave di lettura dei salmi, i quali hanno profetizzato chiaramente e spesso con dettagli di una precisione inimmaginabile su nascita, predicazione, morte, risurrezione e seconda venuta di Cristo e anche della sua nascita eterna dal Padre prima dei tempi. Continuiamo con un salmo sulla povertà, sulla santità e sulla passione di Cristo, il salmo 85(86). Buona lettura.
Il salmo 85 (86) è un altro salmo della sofferenza e della morte del Signore. Come tale, contiene la sua preghiera di liberazione rivolta al Padre, in special modo da quell’ “ultimo nemico” che è la morte (cfr. 1Cor 15,26). Gesù supplica: «Signore, tendi l’orecchio, rispondimi, perché io sono povero e infelice. Custodisci la mia vita perché sono santo; tu, Dio mio, salva il tuo servo, che in te spera. Pietà di me, Signore, a te grido tutto il giorno. Rallegra la vita del tuo servo, perché a te, Signore, innalzo l’anima mia… O Dio, gli arroganti contro di me sono insorti e una banda di prepotenti insidia la mia vita, non pongono te davanti ai loro occhi» (vv. 1-4, 14).
Tra i temi importanti di questi versetti, la deliberata identificazione del Signore con i poveri e gli infelici. In qualità di povero, senza la ricchezza e il potere che tale ricchezza può permettersi, Gesù è ingiustamente condannato da quelli che, per loro proprie ragioni, hanno deciso che doveva morire. Venduto e comprato a poco prezzo, trovato colpevole da una giuria sulla base della testimonianza di falsi testimoni, condannato da un giudice intimorito, nostro Signore si unisce a tutte quelle miriadi di esseri umani che soffrono la persecuzione, persino la morte, per mano di coloro che sono disposti e abbastanza potenti da infliggerla loro. Tuttavia, anche quando Egli dice di se stesso che «il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo» (Mt 8,20), è importante ricordare che la povertà di Cristo è più di una mera condizione socioeconomica. Si tratta, infatti, di una parte integrante del suo Essere servo di Dio: «Tu, Dio mio, salva il tuo servo, che in te confida… Rallegra la vita del tuo servo» (vv. 2,4). In varie parti nei Vangeli Gesù fa riferimento a se stesso come al servo, specialmente nel contesto della Sua Passione: «Il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti» (Mc 10,45). E’ chiaro, ovviamente, che in tali affermazioni nostro Signore si mostrava come “il servo del Signore” di cui si parla ripetutamente nella seconda parte del Libro di Isaia. La povertà di nostro Signore è anche metafora della sua assunzione della nostra carne decaduta, quando, non considerando la sua uguaglianza con Dio qualcosa a cui aggrapparsi, “si svuotò” [ἑαυτὸν ἐκένωσεν] e assunse “la forma di servo” (Fili 2,5-10). Come San Paolo insegna altrove: «Conoscete infatti la grazia del Signore nostro Gesù Cristo: da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà» (2Cor 8,9).
Un’altra idea-chiave in questo salmo è quella della santità di nostro Signore: «Custodisci la mia vita perché sono santo» [ebr. חָסִיד chasiyd = santo, fedele, pio], prega. Due cose dovrebbero essere dette sulla santità di Cristo. Prima di tutto, non è uguale ad alcuna altra santità sulla terra. Non è, come per il resto dell’umanità, una santità derivata e relativa, perché Cristo, essendo Dio incarnato, è la fonte e il principio della santità dell’uomo. In paragone con finanche il più santo degli uomini, la santità di Cristo non è semplicemente di grado superiore, poiché la sua santità non è un effetto ma una causa. Cristo è santo, non come risultato o conseguenza, ma per premessa e principio. Egli è “il Santo di Dio” (Gv 6,69). Chiunque altro sia santo, lo è a motivo di Cristo. In secondo luogo, la santità di Cristo, considerata in particolar modo nel contesto della Sua passione e morte, ha a che fare con la consacrazione sacrificale. E’ andando verso la croce che Gesù prega: «Per loro io santifico me stesso, affinché anch’essi siano santificati nella verità» (Gv 17,19). E’ a motivo della santità del suo sacerdozio e del suo sacrificio che noi stessi siamo redenti e resi santi, poiché il prezzo della nostra redenzione e della nostra santificazione è «il sangue prezioso di Cristo, come di agnello senza difetti e senza macchia» (1Pt 1,19). Anche laddove Egli prega, in questo salmo, per la liberazione dai suoi avversari, Gesù parla con la certezza di quella fede della quale Egli è «autore e perfezionatore» (Eb 12,2). Nella sua ora più buia, Egli conosceva già il risultato finale del combattimento: «Io depongo la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie, ma la depongo da me stesso, poiché ho il potere di deporla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo comando ho ricevuto dal Padre mio» (Gv 10,17-18). Questa è la certezza nella quale Gesù compie la sua preghiera durante la Passione: «Ti loderò, o Signore, Dio mio, con tutto il mio cuore, e glorificherò il tuo nome in eterno. Perché grande è la tua benignità verso di me; tu hai salvato l’anima mia dallo Sceol» (vv. 12,13).
Patrick Henry Reardon*
tradotto da: PHR, Christ in the Psalms, Conciliar press, pp.171-172
*Patrick Henry Reardon è sacerdote della chiesa antiochena ortodossa di Tutti i Santi di Chicago, Illinois. E’ inoltre editore di “Touchstone: a journal of mere Christianity”. Cura anche una rubrica fissa per la rivista AGAIN. Di lui Natidallospirito ha già tradotto e pubblicato “Susanna, eroina virtuosa e prototipo di Cristo e della Chiesa“ e altri brani tratti da “Christ in the Psalms”.