Cos’è una preghiera scoccata
Il termine “preghiera scoccata” (come fosse una freccia) o giaculatoria fu coniato da Sant’Agostino per descrivere delle brevi preghiere che ebbero origine nella tradizione monastica copta tra il IV e il V sec. Il termine stesso giaculatoria, infatti, deriva dal latino jaculum che vuol dire dardo, freccia. Nella lettera 130, cap. X, si legge:
Dicono che in Egitto i fratelli fanno preghiere frequenti sì, ma brevissime, e in certo modo scoccate al volo [raptim iaculatas], affinché la tensione vigile e fervida, sommamente necessaria a chi prega, non svanisca e perda efficacia attraverso lassi di tempo un po’ troppo lunghi. E con ciò essi dimostrano che la tensione, come non dev’essere smorzata se non può durare a lungo, così non dev’essere interrotta subito se potrà persistere. Siano bandite dall’orazione le troppe parole ma non venga meno il supplicare insistente, sempre che perduri il fervore della tensione. Usare troppe parole nella preghiera è fare con parole superflue una cosa necessaria: il pregare molto invece è bussare con un continuo e devoto fervore del cuore al cuore di Colui al quale rivolgiamo la preghiera. Di solito la preghiera si fa più coi gemiti che con le parole, più con le lagrime che con le formule. Iddio pone le nostre lagrime al suo cospetto e il nostro gemito non è nascosto a lui, che tutto ha creato per mezzo del Verbo e non ha bisogno di parole umane.
Molto brevemente, le preghiere scoccate sono preghiere brevi composte da una sola frase che si prestano a una ripetizione ritmica che facilita la meditazione e la pace interiore. Spostando l’attenzione alla funzione contemplativa di mente e anima, le preghiere-freccia aiutano a potenziare la propria comunione con Dio e la propria accessibilità a tutte le benedizioni che discendono dalla Sua Grazia Divina: purificazione, virtù, conoscenza, protezione dagli inganni dei nostri avversari spirituali, guarigione dell’anima ecc.
Le preghiere-freccia/giaculatorie sono un tentativo pratico per realizzare il comandamento di San Paolo di “pregare incessantemente” (1Te 5,17) poiché possono essere facilmente memorizzate e ripetute nel cuore in qualasiasi circostanza e in qualsiasi momento.
Piccola raccolta di preghiere scoccate
O Dio,
abbi pietà di me
peccatore
Abba Ammonas (IV sec.) (Preghiera del pubblicano (Lu 18,13))
Signore Gesù Cristo
abbi pietà di me
Abba Barsanufio (V-VI sec.)
Abbi pietà di me, o Dio
nella tua grande misericordia,
nella moltitudine delle tue compassioni
cancella il mio delitto
Abba Lucio (V sec.) (Salmo 50,1)
Signore, come vuoi
come sai
abbi misericordia di me
Abba Macario il Grande (IV sec.)
Signore,
aiutami
Abba Macario il Grande (IV sec.)
O Dio, vieni in mio aiuto;
Signore, vieni presto
ad aiutarmi
Abba Isacco (IV sec.) (Salmo 69,2)
Io ho peccato, perché sono uomo,
ma tu che sei Dio,
perdonami
Abba Apollo (IV sec.)
Signore Gesù Cristo
salvami!
Abba Barsanufio (V-VI sec.)
Gesù aiutami
Abba Barsanufio (V-VI sec.)
Sovrano Gesù,
proteggimi e vieni in aiuto alla mia debolezza
Abba Barsanufio (V-VI sec.)
Rinnovatore del tempo
rinnova anche me
e adornami ancora
Narses il Grande (IV sec.)
O Tu che non sei incline all’ira
non adirarTi
ma abbi misericordia della Tua creazione
San Michele Arcangelo
(nota: questa preghiera ci è stata trasmessa dal Sinassario copto nel giorno della commemorazione dell’Arcangelo Michele nel santo mese di Kiahk.)
Salvezza dei pellegrini
salvami
e guidami al tuo Regno
Padre Yusif As’ad (1944-1993)
Si consiglia inoltre la lettura di un articolo del Prof. Philippe Louisier SJ, pubblicato già da natidallospirito.com, sulla preghiera incessante nella tradizione copta.
E’ meglio, trattandosi di una forma di preghiera contemplativa, che sia distribuita durante i vari periodi della giornata con essa compatibili oppure che vi siano un tempo (1 h? ) ed un luogo dedicati ?
Lo so che non è un commento ma mi interessa cercare di intraprendere un percorso spirituale.
andrea
I santi padri del deserto parlavano di distribuire queste giaculatorie in tutto l’arco della giornata.
L’abate Macario, interrogato su come si debba pregare, rispose: «Non è necessario parlare molto nella preghiera, ma stendiamo sovente le mani e diciamo: “Signore abbi pietà di noi, come tu vuoi e come tu sai”. Quando la tua anima è in angustiata, di’: “Aiutami”. E Dio ci farà misericordia, perché sa quello che a noi conviene».