I nostri pensieri sul mondo sono ciò che ci controlla e il più delle volte ci colgono di sorpresa. Possiamo essere governati, inconsci, da equivoci creatisi quando eravamo bambini. I pensieri sulle altre persone sono quelle che più degli altri si prestano a essere sbagliati e dannosi. Questi falsi pensieri ci rendono timorosi, avidi e vendicativi; minano alla base la nostra fiducia in Dio e ci espongono a ogni tipo di disfunzione umana. Quando il nous [mente spirituale] è “oscurato” viene facilmente ingannato e auto-ingannato. Il processo di guarigione spirituale deterge il nous, come si ripulisce il vetro di una lanterna dal sudiciume che vi si è depositato.
Qui entra in scena la preghiera [di Gesù]. Con un uso regolare, essa ci apre un piccolo spazio tra noi e i nostri pensieri automatici, così che possiamo filtrarli prima di farli entrare. Essa crea una specie di anticamera in cui i pensieri in entrata devono attendere di essere esaminati prima di poter ottenere il permesso di entrare. Questa guarigione dura tutta la vita perché i nostri pensieri autoreferenziali sono particolarmente esperti nel camuffarsi. Possono, infatti, sfuggire alla scoperta per molti anni. Ma con il tempo, scopriremo che alcuni vecchi pensieri automatici sono semplicemente sbagliati e che non dobbiamo più pensarli. A mano a mano che il nous viene gradatamente guarito, la sua percezione si affina, e diviene meno turbata. Iniziamo ad acquisire “il nous di Cristo” (1Cor 2:16). “Trasformatevi rinnovando la vostra mente [nous]”, dice San Paolo.
tradotto da F. Mathewes-Green, The Jesus Prayer:
the ancient desert prayer that tunes the heart to God,
Paraclete Press, 2009, p. 40-41