Cerchiamo di non mancare di rendere umile il nostro spirito. Se acquisiamo questa abitudine benedetta, molti dei nostri errori saranno corretti. Ad esempio, ci può venire in mente il pensiero che abbiamo rattristato il nostro fratello, e sappiamo che per essere graditi a Dio e rimanere nella Sua presenza dobbiamo essere riconciliati con la persona che abbiamo rattristato. Per entrare in Paradiso, bisogna avere un cuore grande come il cielo, un cuore che abbracci tutti gli uomini. Se un cuore esclude anche una sola persona, non sarà accetto al Signore, perché egli non potrà venire a inabitarlo.
La preghiera è una creazione infinita, una scuola che ci insegna a rimanere nella presenza del Signore. Questo sforzo di rimanere con il Signore è un esercizio che alla fine sconfigge la morte. Ecco perché la nostra preghiera non deve essere né superficiale né meccanica. Dobbiamo unire mente e cuore per imparare la vera preghiera mentale. In altre parole, dobbiamo pregare con tutto il nostro essere interiore, con tutta la mente e il cuore.
La preghiera è una scuola, e l’umiltà è la chiave del successo in questa disciplina. Cerchiamo di essere umili. Dobbiamo avere la certezza del nostro essere nulla di fronte a Dio, sapendo che l’unica cosa che ci rende veramente umani è il respiro che il nostro Dio e Creatore ha infuso in noi. In ogni altro aspetto siamo terra, e la terra è fatta per essere calpestata. Ciò che ci rende davvero preziosi è il respiro di Dio, ricevuto da noi al momento della nostra creazione e alla nostra ri-creazione, nel santo Battesimo. Questo respiro è ciò che ci rende immagine e somiglianza di Dio.
archimandrita Zacharias – The hidden man of the heart