Fratelli, vediamo se abbiamo nelle nostre anime, nel momento della preghiera, la divina visione (theoria) quando meditiamo i versetti [dei salmi] e quando preghiamo. Poiché la visione divina viene dalla vera esichia [1]. Ma allorché ci succede di essere nelle tenebre, soprattutto se non ne siamo noi stessi la causa, non turbiamoci. Considera che queste tenebre ti sono state disposte dalla provvidenza di Dio per delle ragioni che soltanto Lui conosce. Effettivamente, la nostra anima talvolta soffoca, è come sommersa dalle onde. Che ci si dedichi alla lettura delle Scritture, o alla sua liturgia [2], o a tutt’altra occupazione, non ci sono che tenebre su tenebre. L’uomo abbandona allora la preghiera, e spesso non riesce neanche più ad avvicinarvisi. Non crede affatto che questo stato possa cambiare e che egli possa ritrovare la pace. Questo tempo è colmo di disperazione e timore. La speranza in Dio, la consolazione della fede, sono state completamente sciacciate via dall’anima. Quest’ultima è ricolma di dubbio e paura. Tuttavia, coloro che sono stati provati dall’assalto di queste onde sanno, per esperienza, che esso avrà fine e che sarà seguito da un cambiamento. Dio non lascia mai l’anima un giorno intero in un simile stato, perché essa perirebbe, avendo perduto la speranza dei cristiani. Ma la fa uscire da questo stato rapidamente. Anche se lo smarrimento in cui ti gettano simili tenebre si prolungasse, aspettati che prontamente sopraverrà, al posto loro, un cambiamento che ti farà rivivere.
[1] esichia in greco vuol dire quiete. Si consiglia la lettura dell’articolo a questo link: http://www.esicasmo.it/ESICASMO/esicasmo_e_preghiera_di_gesu.htm . Vale la pena di esplorare a fondo il sito esicasmo.it che contiene dei tesori.
[2] la parola ‘liturgia’ indica qui, come quasi ovunque in Isacco, l’ufficio divino che l’anacoreta recita solo, nella sua cella.
Isacco il Siro (o di Ninive)
discorso 57 tratto da Discours ascétiques selon la version greque,
ed. Monastère Saint-Antoine-Le-Grand, 2006