UNA NOTTE NEL DESERTO DELLA SACRA MONTAGNA
Metropolita Hierotheos di Nafpaktos
I puntata
Discussione con il Gerondas sulla preghiera di Gesù
— Santo padre – esordii a voce bassa – un forte desiderio ha preso possesso di me, ultimamente. Credo che sia stato Dio a piantarlo. Voglio purificarmi. Riesco a vedere le passioni dispiegarsi dentro di me. Credo che il mio cuore sia una giungla che dà da mangiare a molte bestie feroci, il demonio ne è il padrone e fa ciò che vuole. Voglio liberarmi da questo orrendo stato. Vorrei offrire la mia anima completamente a Dio, vorrei che la illuminasse. Il diavolo, con la sua astuzia, la ha devastata a sufficienza. Voglio essere purificato ma non so come. Mi senti Gerondas (anziano)? Voglio purificarmi! Mostrami la via! Sono pronto a intraprenderla e ad obbedire senza questionare qualsiasi cosa tu mi dica.
Avevo iniziato a voce bassa ma terminaii gridando e piangendo. Le mie ultime parole potevano esser state percepite dall’eremita come una specie di tuono. La voce era altissima! Rimase in silenzio per qualche istante. Mi guardò ricolmo d’amore; solo i monaci hanno questo tipo di amore e conoscono come mostrarlo. Mi diede l’impressione che non mi dovevo sentirmi turbato per questa preoccupazione, perché essa era santa.
— Quando viviamo un simile stato – disse – lo Spirito Santo esiste e agisce in noi. Iniziamo a camminare sulla via della theoria (visione) di Dio. È il primo stadio della theoria. Se la theoria perfetta della Luce increata è “luce estasiante” per l’anima, il pentimento e la consapevolezza del nostro essere peccatori è “fuoco che consuma” l’anima. Quindi, pentimento e desiderio di purificazione dell’anima dalle passioni costituiscono il tempo di grazia. Solo quando la grazia entra in noi possiamo vedere la nostra desolazione, quanto distanti siamo da Dio, e lottiamo per unirci con lui. Se la grazia di Dio non ci visita non siamo in grado di avere questi pensieri e questi desideri.
Era un saggio consigliere, un padre spirituale con tanta esperienza, un uomo pieno di grazia. Conosce, come il migliore dei medici, come calmarti, come darti pace, come darti un tranquillante non per renderti soddisfatto del tuo egoismo ma per liberarti da esso, per curarti.
— Chiarito questo punto – proseguì – devo anche mostrarti alcuni metodi o, piuttosto, un unico semplice metodo. Non aspettarti che io ti appesantisca con cose gravose da compiere. La preghiera di Gesù, “Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi misericordia di me”: l’incessante grido a Dio, nostro Salvatore, ci purifica l’anima. Tutta la nostra salvezza dipende dall’invocazione di Gesù e dalla nostra unione con Lui. Gridiamo a Lui di venire ed Egli ci curerà con la sua venuta. Gemiamo come una persona malata ed Egli, come un medico, accorrerà, con amore, in nostro soccorso. Gridiamo come chi cade nelle mani di ladri, e il buon Samaritano verrà a disinfettare le nostre ferite e a guidarci alla pensione, cioè alla theoria (visione) della Luce che consuma tutto il nostro essere. Quando Dio viene nei nostri cuori, Egli vince sul demonio e purifica le impurità che il demonio ha creato. Inoltre, la vittoria sul demonio è la vittoria di Cristo in noi. Facciamo la parte umana, cioè invitare Cristo, ed Egli farà la parte divina, vincerà sul demonio e lo estirperà. Non dovremmo, quindi, fare la parte divina noi e aspettarci che Dio faccia quella umana. Dovremmo capire bene questo: noi facciamo la parte umana, la preghiera di Gesù, e Dio la parte divina, la nostra salvezza. L’intera opera della Chiesa è la cooperazione di divino e umano.
Verrebbe voglia di farsi ammaestrare da un simile monaco asceta e maestro